La deterrenza europea cresce tra portaerei, droni e missili

Le scelte militari europee si intrecciano con la crisi demografica russa e fatti compiuti israeliani

Luca De Santis

In evidenza

  • Israele autorizza 19 nuovi insediamenti in Cisgiordania occupata, complicando qualsiasi percorso negoziale
  • Il Portogallo destina 52 milioni di euro all’Ucraina e avvia la coproduzione di droni navali
  • Indiscrezioni indicano missili Iskander modernizzati con 1000 chilometri di gittata, innalzando il rischio per l’Europa

La giornata su r/worldnews vibra su tre corde tese: l’Europa che si arma in fretta, la Russia che invecchia e radicalizza, e un cinismo globale che erode la fiducia civica. Sotto l’urto delle guerre, i thread convergono su un’unica domanda: chi difende davvero il futuro quando le istituzioni rincorrono l’emergenza e la morale cede il passo alla convenienza?

Europa, mare aperto e deterrenza: quando la geografia diventa strategia

Mentre Parigi mette in cantiere la sua nuova ammiraglia, l’approvazione francese alla costruzione di una grande portaerei a propulsione nucleare scandisce la svolta: la proiezione di forza non è un lusso, ma un’assicurazione sulle rotte. In parallelo, la cronaca del Nord avvisa che i confini marittimi sono già un teatro operativo, con la Svezia che ha abbordato una nave russa in acque nazionali per un’ispezione. E il contesto minaccia di farsi più cupo: indiscrezioni su Iskander modernizzati da 1000 chilometri disegnano un’Europa settentrionale e centrale sempre più a portata di ricatto.

"Ha senso. Se gli Stati Uniti si fanno da parte allora l’Unione Europea avrà bisogno di maggiore proiezione di forza per proteggere le rotte commerciali. Penso in particolare alle aree vicino al Canale di Suez e al Golfo di Aden." - u/Ok-Bumblebee7515 (1100 points)

Sul fronte dell’innovazione, Kiev firma con Lisbona una partnership per la coproduzione di droni navali, mentre il Portogallo aggiunge un tassello finanziario con il versamento di 52 milioni per armamenti destinati all’Ucraina. È la marinizzazione della sicurezza europea: capacità distribuite, catene industriali integrate e un orizzonte in cui droni, portaerei e controllo costiero diventano l’ossatura di una nuova deterrenza.

Russia, tra crisi demografica e brutalità: un futuro negato

Il consenso si compra a rate quando la demografia presenta il conto. Il crollo della natalità in Russia, con il Cremlino che propone matrimoni precoci come chiave, rivela uno Stato che pretende tradizione come tappo su un’emorragia causata da guerra, povertà, fuga dei giovani. È biopolitica di emergenza: censura culturale, incentivi a misura di propaganda e un obiettivo statistico usato come narrazione identitaria.

"Personalmente inizierei con il non essere in uno stato di guerra e coscrizione permanente: partirei da lì e tornerei indietro..." - u/eruditezero (9811 points)

La guerra non smette di produrre macerie morali: il racconto di anziani ucraini portati di forza oltre confine conferma la logica del terrore come strumento quotidiano. Mentre si invocano più missili e più figli, la realtà è una sola: un Paese che deporta pensionati e sacrifica generazioni non costruisce il domani, lo sequestra.

Cinismo globale: colonizzare, frodare, fischiare

Se la diplomazia tenta percorsi di tregua, Tel Aviv accelera in direzione opposta: il via libera a 19 nuovi insediamenti in Cisgiordania occupata fotografa l’erosione sistemica di ogni ipotesi di Stato palestinese. È la politica del fatto compiuto che disarma i negoziati ancora prima di iniziare.

"Il fatto che questo arrivi proprio mentre la diplomazia prova a mappare cessate il fuoco e percorso verso uno Stato palestinese suona come un gigantesco dito medio strategico alla diplomazia..." - u/Lonely_Noyaaa (1017 points)

Nel frattempo, il mercato del dolore fa cassa: un’inchiesta smaschera raccolte fondi fraudolente su bambini ucraini malati, con briciole destinate alle famiglie e milioni che evaporano in una rete internazionale. E l’Occidente non è immune da cortocircuiti morali: in Australia, la commemorazione di Bondi Beach si trasforma in contestazione al primo ministro, confermando che anche il lutto, nell’epoca del rumore permanente, viene usato come strumento di lotta politica.

Il giornalismo critico mette in discussione tutte le narrative. - Luca De Santis

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