L’intelligenza artificiale accelera licenziamenti e sorveglianza, cala la fiducia

Le modifiche istituzionali, la guerra dei segnali e la fame di memoria ridisegnano rischi sociali.

Luca De Santis

In evidenza

  • Oltre 13.000 lavoratori di un grande operatore di telecomunicazioni vengono licenziati, con ulteriori tagli annunciati e investimenti riallocati verso automazione e formazione.
  • Una modifica al sito dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie alimenta migliaia di segnalazioni e timori di calo delle vaccinazioni.
  • Commenti con 4.867 e 1.672 voti evidenziano la crisi di fiducia scientifica e i timori di una bolla dell’intelligenza artificiale.

Oggi il grande subreddit tecnologico è un prisma che riflette tre tensioni: fiducia nelle istituzioni, normalizzazione del controllo digitale, scosse economiche dell’intelligenza artificiale. In mezzo a tutto, la comunità ricorda il lato umano dell’innovazione, con il commovente tributo alla programmatrice e campionessa storica che ha segnato decenni di videogiochi.

Crisi di fiducia: quando le parole ribaltano la scienza

La riformulazione sul sito dell’agenzia sanitaria statunitense che insinua un possibile legame tra vaccini e autismo ha incendiato il dibattito, con migliaia di voti su la segnalazione della modifica e un contrappunto altrettanto netto in un resoconto che denuncia la deriva disinformativa.

"Ricordo come, nei tempi passati, si poteva citare il sito dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie come fonte autorevole. Ora è solo una barzelletta di cui non ci si può fidare affatto." - u/Ruddertail (4867 points)

La promessa politica di “riesaminare” la scienza si sta trasformando in un rischio sociale: quando un’istituzione abbassa l’asticella, aumenta la confusione e calano le vaccinazioni, con effetti che si vedono solo a distanza di anni. La platea tecnologica non discute solo semantica; osserva come le parole possano riallineare comportamenti di massa.

In un’epoca di polarizzazione, la tecnologia amplifica l’ambiguità: un titolo cambiato su una pagina, diffuso dagli algoritmi, diventa leva culturale. E l’autorità, anche se non perde il potere formale, perde la capacità di orientare responsabilmente l’informazione.

Il potere dei segnali: guerra elettronica, sorveglianza e vulnerabilità

La tecnologia di controllo non si limita alle istituzioni sanitarie: sul fronte bellico, la creatività ucraina emerge nell’uso di disturbi elettronici per confondere missili ipersonici, raccontata nel resoconto sulla guerra dei segnali. Sul fronte interno, un’inchiesta rivela come una rete di lettori di targhe e algoritmi stia monitorando cittadini ben oltre il confine, come mostra l’esposizione del programma di sorveglianza.

"A che punto qualcosa del genere viene considerato sorveglianza illecita? Perché sembra proprio sorveglianza illecita…" - u/hmr0987 (563 points)

La stessa fragilità si vede nei servizi quotidiani: una nota piattaforma di consegna cibo ha segnalato una violazione dati con esfiltrazione di nominativi e recapiti, come descritto nella segnalazione sulla compromissione delle utenze. Dalla guerra elettronica all’amministrazione digitale, il filo rosso è la normalizzazione di un potere informativo asimmetrico.

Quando il controllo si sposta dal territorio ai segnali, la distinzione tra sicurezza e intrusione si fa sottile. La comunità chiede limiti chiari, responsabilità e risarcimenti, perché nel 2025 la privacy è già un danno economico e psicologico misurabile.

Appetiti dell’intelligenza artificiale: hardware al rialzo, lavoro al ribasso

L’altra grande discussione è economica: l’intelligenza artificiale sta divorando risorse e spostando equilibri industriali. Lo si vede nel racconto della fame di memoria per i centri dati, dove i margini spingono la produzione verso componenti per calcolo avanzato a scapito dei dispositivi di largo consumo.

"Certo che siamo in una gigantesca bolla dell’intelligenza artificiale, ma onestamente non credo si possa paragonare ad altri periodi di instabilità economica. È una categoria a sé. Saggio avvertire, meno saggio paragonare." - u/zennaxxarion (1672 points)

La percezione di una bolla non è solo teorica: sul mercato del lavoro, un grande operatore di telecomunicazioni ha avviato un’ondata di licenziamenti e, poche ore dopo, ha confermato un taglio ancora più vasto, mentre dichiara di voler riallocare investimenti e formazione verso competenze legate all’automazione. La platea non compra la narrativa della “semplificazione”: vede la traslazione del rischio sul lavoro e sui clienti.

In questo clima, il monito politico su una possibile bolla dell’intelligenza artificiale con rischi sistemici trova terreno fertile. Le cifre record, l’espansione di infrastrutture e il trasferimento di costi dai capitali alle persone compongono il quadro di una tecnologia che, più che promettere emancipazione, impone un dazio sociale sempre più evidente.

Il giornalismo critico mette in discussione tutte le narrative. - Luca De Santis

Articoli correlati

Fonti