La bolla dell’IA premia i vertici e taglia 600 posti

La corsa dell’innovazione supera lavoro e infrastrutture, tra crisi di fiducia e fragilità

Luca De Santis

In evidenza

  • 600 posti di lavoro tagliati nell’unità di intelligenza artificiale di Meta
  • 96,5 milioni di compenso all’amministratore delegato di Microsoft legati all’aspettativa sull’IA
  • Oltre 800 figure pubbliche chiedono il divieto dell’IA superintelligente

Oggi r/technology è un ossimoro vivente: euforia da intelligenza artificiale e crisi di fiducia, stipendi stellari e licenziamenti, promesse creative e panico morale. Il filo conduttore? Un’industria che corre più veloce dei suoi utenti, dei suoi lavoratori e delle sue infrastrutture.

Capitalismo algoritmico: tra bolla, bonus e tagli

Quando il capitale si innamora dell’IA, il lavoro fa le valigie: l’ennesimo segnale è il taglio di 600 posti nell’unità di intelligenza artificiale di Meta, mentre dall’altro lato del tavolo il potere retributivo esplode con il compenso da 96,5 milioni dell’amministratore delegato di Microsoft, gonfiato proprio dall’aspettativa su modelli e servizi generativi. La community legge l’asimmetria: il capitale celebra performance, il lavoro regge la volatilità.

"Incredibile come sia alto quel bonus dopo che ha appena licenziato un mucchio di dipendenti: quel bonus avrebbe potuto essere lo stipendio annuale di così tante persone..." - u/intoxikateuk (2358 points)

Nel mezzo, l’industria dell’intrattenimento prova a razionalizzare: la strategia di Netflix che punta “tutto” sull’IA generativa viene presentata come un moltiplicatore di efficienza creativa, non un sostituto degli artisti. È la narrativa dominante: l’IA come leva per ridurre costi e accelerare produzioni, mentre l’impatto sul lavoro resta la variabile che nessuno vuole davvero quantificare.

Desiderio, fiducia e regolazione: l’IA tra morale e potere

L’innovazione non corre in linea retta: l’avvertimento di Mark Cuban sulla proposta di consentire contenuti erotici in ChatGPT mette al centro la fiducia di genitori e scuole, e soprattutto la fragilità dei sistemi di verifica dell’età. Reddit riconosce il pattern: ogni tecnologia attraversa una fase di fascinazione distruttiva prima di diventare davvero utile.

"Sembra che ogni tecnologia che inventiamo passi per una fase in cui la usiamo per ucciderci e/o per provarci a fare sesso, prima che faccia qualcosa di produttivo." - u/anarkyinducer (1636 points)

Su questo sfondo, la lettera aperta firmata da oltre 800 figure pubbliche che chiede di vietare l’IA superintelligente sposta il discorso dal rischio comportamentale all’esistenziale, mentre la cronaca delle operazioni di seduzione per rubare segreti della Silicon Valley ricorda che il desiderio è una tecnologia di potere da molto prima dell’IA. Moralismo, regolazione e spionaggio ballano la stessa coreografia: controllo degli accessi, delle identità e dei comportamenti.

"Includere la pornografia è stato da sempre quasi il modo garantito per monetizzare contenuti online." - u/McGillicuddys (979 points)

Resilienza tradita: quando il digitale si inceppa

La fragilità è il vero denominatore comune: l’episodio dei letti connessi bloccati durante l’interruzione di AWS ha costretto l’azienda a introdurre una modalità d’emergenza, segno che l’internet delle cose che non funziona senza nuvola è un rischio sistemico, non una stranezza. Sul fronte dati pubblici, la transizione del database sui disastri climatici a un ente non profit evidenzia un vuoto di governance: quando il pubblico arretra, il privato diventa infrastruttura di fatto.

Il mercato aggiunge ulteriore rumore: il drastico taglio alla produzione di iPhone Air per mancanza di domanda sottolinea che la corsa alla sottigliezza non vince contro l’autonomia reale, mentre sul fronte geopolitico il crollo della quota di Nvidia in Cina a seguito delle restrizioni mostra come catene di fornitura, triangolazioni e policy possano ridisegnare interi mercati in poche settimane. Tecnologia senza resilienza è solo una promessa che si spegne alla prima interruzione.

Il giornalismo critico mette in discussione tutte le narrative. - Luca De Santis

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