Propaganda, CEDU e licenziamenti ridisegnano la faglia francese

La combinazione tra ultradestra, contenziosi istituzionali e automazione mette in crisi fiducia e tutele

Luca De Santis

In evidenza

  • Tre artisti sono stati aggrediti alla Biennale di Lione in un episodio razzista
  • Un lavoratore è stato irradiato all’acceleratore Aglaé del Louvre, con segnalazione pubblica dell’incidente
  • Un montatore audiovisivo riferisce entrate mensili tra 1.200 e 3.000 euro, evidenziando la precarietà del settore

Su r/france oggi si delineano tre faglie nette: l’ultradestra che normalizza l’ingiustificabile, istituzioni sotto pressione sulla responsabilità del potere, e un mercato del lavoro schiacciato tra tecnologia e redistribuzione. Non è un elenco di fatti: è un mosaico che racconta come cultura, politica e economia si stiano saldando in nuove forme di controllo, resistenza e smarrimento.

Ultradestra, propaganda e la seduzione del male

La giornata si apre con una indagine sulle comunità di giovani uomini affascinati dal male e dall’ultraviolenza, che illumina come misoginia, nichilismo e estetica della violenza si intreccino a reti politiche ben reali. Non è teoria: lo conferma la cronaca con l’aggressione razzista contro tre artisti alla Biennale di Lione, dove l’insulto identitario diventa colpo fisico. E sullo sfondo, l’eco geopolitica della retorica sovranista con Viktor Orban che definisce l’Ucraina “non sovrana”, normalizzando l’eccezione come regola.

"Non si tratta di compiacersi nell’orrore, ma di rifiutare il tabù per guardare ciò che esiste e prenderne coscienza: persone manipolate finiscono per fare ciò che viene richiesto, anche il peggio." - u/Artyparis (39 points)

La politica non resta ai margini: la scelta di Christian Estrosi di intitolare a Nicolas Sarkozy il parvis dell’hotel delle polizie dopo una condanna scuote il confine tra memoria pubblica e impunità. Intanto, la cultura pop rifiuta di farsi megafono del cinismo: la presa di distanza di Pokémon dall’uso del proprio immaginario in un video antimigranti segnala che perfino i marchi globali tracciano una linea rossa contro la propaganda.

Giustizia sotto osservazione: il potere e i suoi limiti

Il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso Darmanin non è solo un affaire individuale: interroga il modo in cui il sistema giudiziario definisce violenza, consenso e squilibrio di potere quando l’accusato è “dentro” lo Stato. L’Europa, qui, funziona da specchio esterno che chiede conto delle nostre zone d’ombra.

"È molto sano che un’istanza esterna alla Francia dia il suo parere sul tema, visto l’avvicinamento di Darmanin al potere. Non vedo l’ora di conoscere il risultato." - u/Alenore (54 points)

Che si tratti di titolazioni urbane che riabilitano figure controverse o di contenziosi che superano i confini nazionali, il filo comune è la crisi di fiducia: cittadini e comunità chiedono che la legittimità sia guadagnata, non presunta, e che la legalità non sia piegata dall’opportunità politica.

Lavoro, tecnologia e il nuovo patto sociale

Tra algoritmi e bilanci, il lavoro bianco si scopre fragile: la ristrutturazione di Accenture che si separa dai dipendenti superati dall’IA rimette al centro l’adattamento forzato e la retorica dell’efficienza. Sul terreno, la precarietà è già cronaca: il percorso di un montatore video che vive mesi tra 1.200 e 3.000 euro racconta un settore “uberizzato” dove le tutele spariscono mentre l’offerta esplode.

"Vi ricordate quando le aziende licenziavano in massa per ragioni di bilancio? Adesso, guarda caso, non si parla più di quei motivi ma dell’IA: hanno trovato il modo di licenziare e sembrare fighi agli investitori." - u/Shinnyo (36 points)

Eppure esistono segni di contropartita sociale: la discussione su imprenditori favorevoli alla “tassa Zucman” tenta di ridisegnare la condivisione del carico, mentre la sicurezza tecnologica diventa tema pubblico con l’irradiamento di un lavoratore all’acceleratore Aglaé del Louvre, episodio grave ma gestito in trasparenza. Tra automatismi e accountability, il patto sociale si rifà i conti—e i cittadini non hanno più voglia di firmare a occhi chiusi.

Il giornalismo critico mette in discussione tutte le narrative. - Luca De Santis

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